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Mitologia greca

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El Greco
view post Posted on 29/10/2008, 15:11




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La mitologia greca è la raccolta di tutti i miti e le leggende appartenenti alla cultura degli antichi greci ed elleni che riguardano i loro dei ed eroi, la loro concezione del mondo, i loro culti e le pratiche religiose.

Gli studiosi contemporanei studiano e analizzano gli antichi miti nel tentativo di fare luce sulle istituzioni politiche e religiose dell’antica Grecia e, in generale, di tutta l’antica civiltà greca.

La mitologia greca si compone di una vasta raccolta di racconti che spiegano l’origine del mondo ed espongono dettagliatamente la vita e le avventure di un gran numero di dei e dee, eroi ed eroine, mostri e altre creature mitologiche. Questi racconti inizialmente furono composti e diffusi in una forma poetica e compositiva orale, mentre sono invece giunti fino a noi principalmente attraverso i testi scritti della tradizione letteraria greca. Le più antiche fonti letterarie conosciute, i due poemi epici Iliade e Odissea, concentrano la loro attenzione sugli eventi che ruotano attorno alla vicenda della guerra di Troia. Altri due poemi quasi contemporanei alle opere omeriche, la Teogonia e Le opere e i giorni scritti da Esiodo, contengono invece racconti che riguardano la genesi del mondo, la cronologia dei sovrani celesti, il succedersi delle età dell’uomo, l’inizio delle sofferenze umane e l’origine delle pratiche sacrificali. Diverse leggende sono contenute anche negli Inni omerici, nei frammenti dei poemi del Ciclo epico, nelle poesie dei lirici greci, nelle opere dei tragediografi del V secolo a.C., negli scritti degli studiosi e dei poeti dell’età ellenistica e negli scrittori romani come Plutarco e Pausania.

Le rovine monumentali ritrovate nei siti archeologici micenei e minoici sono state d’aiuto per chiarire alcuni problemi posti dall’epica omerica e hanno fornito concreti riscontri su particolari presenti nei racconti mitologici. Gli argomenti narrati dalla mitologia greca furono anche rappresentati in molti manufatti: i disegni geometrici sulla superficie di vasi e piatti risalenti anche all’VIII secolo a.C. ritraggono scene ispirate al ciclo della guerra di Troia o alle avventure di Eracle. Anche in seguito, sugli oggetti d’arte saranno rappresentate scene tratte da Omero o da altre leggende, così da fornire agli studiosi materiale supplementare a supporto dei testi letterari.

La mitologia greca ha avuto una grandissima influenza sulla cultura, le arti e la letteratura della civiltà occidentale e la sua eredità resta tuttora ben viva nei linguaggi e nelle culture che fanno parte di questa zona del mondo. È stata sempre presente nel sistema educativo, a partire dai primi gradi dell'istruzione, mentre poeti e artisti di tutte le epoche si sono ispirati a essa, mettendo in evidenza la rilevanza e il peso che i temi mitologici classici potevano rivestire in tutte le epoche della storia

Etimologia

Sebbene tutte le culture del mondo abbiano creato i loro miti, il termine "mitologia" è greco e all'interno della cultura di questo mondo ha un significato ben preciso. La parola "mitologia" è composta da:

* mythos (μῦθος) - che in greco classico significa approssimativamente discorso a voce o parole senza fatti (Eschilo: "ἔργῳ κοὐκέτι μύθῳ" [dalla parola ai fatti])[4] e, per analogia, un discorso ritualizzato come quello di un capo in un'assemblea, di un poeta oppure di un sacerdote[5], o anche la ripetizione di un racconto (Eschilo: Ἀκούσει μῦθον ἐν βραχεῖ λόγῳ [in breve tempo sentirai tutta la storia]);
* logos (λόγος) - che in greco classico può significare
o l'espressione (orale o scritta) del pensiero
o la capacità di una persona di esprimere il proprio pensiero (il logos interiore)

Le fonti della mitologia greca

La mitologia greca, ai giorni nostri, può essere conosciuta essenzialmente attraverso la letteratura. Oltre alle fonti scritte possono venire in aiuto anche le rappresentazioni artistiche a carattere mitologico, i cui reperti più antichi risalgono al cosiddetto periodo geometrico (tra il 900 e l’800 a.C.)

Fonti letterarie

La narrazione di miti ricopre un ruolo molto importante in quasi tutti i generi letterari greci. Ciononostante, l’unico testo completo di genere mitografico a essere sopravvissuto è la Biblioteca dello Pseudo-Apollodoro, opera che tenta di conciliare tra loro i divergenti racconti dei poeti e fornisce un ampio compendio della mitologia greca tradizionale e delle leggende di argomento eroico.

Tra le fonti letterarie dell’epoca più antica, fondamentali sono i due poemi epici di Omero, l’Iliade e l’Odissea. Altri poeti provvidero in seguito a completare il Ciclo epico, ma questi poemi minori sono andati quasi interamente perduti. Nonostante il loro nome, gli Inni omerici non hanno alcun rapporto con Omero e sono degli inni di carattere corale, risalenti all'età dei lirici.

Esiodo, poeta forse contemporaneo di Omero, nella "Teogonia" ( "L’origine degli dei" ), che tratta della creazione del mondo, offre la narrazione più completa a nostra disposizione dei miti più antichi, descrivendo la nascita di dei, Titani e Giganti, dettagliate genealogie, racconti popolari e miti eziologici. Un altro testo di Esiodo, "Le opere e i giorni", che è un poema didascalico sulla vita agreste, contiene anche le leggende di Prometeo, Pandora e delle età dell'uomo. Il poeta dispensa consigli su come riuscire a vivere al meglio in un mondo pericoloso, reso ancora più pericoloso dagli dei che lo governano.

I poeti lirici trassero talvolta ispirazione dai miti, ma con il trascorrere del tempo passarono da una trattazione più diretta e descrittiva all'uso di semplici allusioni e velati riferimenti. I lirici greci, tra i quali Pindaro, Bacchilide e Simonide, e i poeti bucolici come Teocrito e Bione nelle loro opere citano alcuni episodi mitologici. Inoltre, la tradizione mitica nell’antica Atene era spesso al centro delle trame delle opere teatrali classiche. Le tragedie di Eschilo, Sofocle ed Euripide si ispiravano all’età degli eroi e alle vicende della guerra di Troia. Molte delle grandi leggende tragiche (come quelle di Agamennone e i suoi figli, di Edipo, di Giasone, di Medea ecc.) assunsero la loro forma definitiva proprio grazie alla rielaborazione che ne venne fatta in questi lavori. Per parte sua, anche il commediografo Aristofane si servì dei miti tradizionali in opere come "Gli uccelli" o "Le rane".

Gli storici Erodoto e Diodoro Siculo e i geografi Pausania e Strabone viaggiarono a lungo in varie zone del mondo greco e annotarono le storie di cui venivano a conoscenza: in questo modo poterono inserire nei loro scritti numerosi miti locali, spesso versioni alternative e poco conosciute di leggende più note. Erodoto, in particolare, esaminò le varie tradizioni che gli si presentavano di fronte, ricostruendone le radici mitologiche e confrontando la tradizione greca con quella orientale.

La poesia ellenistica e quella romana, sebbene ormai composte soltanto con finalità letterarie e non come supporto per il culto, contengono comunque molti importanti dettagli di tipo mitologico, che sarebbero andati altrimenti perduti. Questa categoria include:

1. Le opere dei poeti ellenistici Apollonio Rodio, Callimaco, Lo pseudo-Eratostene e Partenio di Nicea.
2. Le opere dei poeti romani Ovidio, Stazio, Gaio Valerio Flacco, Seneca e Virgilio con il commentario di Servio.
3. Le opere dei poeti greci di epoca più tarda Nonno di Panopoli, Antonino Liberale e Quinto di Smirne.
4. Gli antichi romanzi di Apuleio, Petronio, Lolliano ed Eliodoro.

Le Fabulae e gli Astronomica, opere dello Pseudo-Igino che adottava uno stile simile a quello classico romano, sono due importanti compendi mitologici scritti in prosa. Altre due utili fonti sono le Immagini di Filostrato il vecchio e Filostrato il Giovane e le Descrizioni di Callistrato.

Per concludere, un certo numero di scrittori greco-bizantini riportano importanti dettagli mitologici tratti da opere greche andate perdute: tra i loro testi più importanti si ricordano il Lexicon di Esichio, la Suda, i saggi di Giovanni Tzetzes e di Eustazio di Salonicco.

Gli dei greci

Dopo la cacciata dei Titani, emerse un nuovo Pantheon composto da Dei e Dee. Tra le principali divinità greche spiccano gli Olimpi (la determinazione del loro numero a dodici sembrerebbe essere un’idea relativamente moderna), che risiedevano sulla cima del Monte Olimpo sotto la guida di Zeus. Oltre agli Olimpi, i Greci venerarono diverse divinità agresti come il dio-capra Pan, le Ninfe, le Naiadi (che abitavano le sorgenti), le Driadi (che dimoravano negli alberi), le Nereidi (abitatrici dei mari), gli dei fluviali, i Satiri ed altre. Oltre a queste esistevano le oscure forze del mondo sotterraneo come le Erinni (o Furie), che si credeva perseguitassero chi avesse commesso crimini contro i propri consanguinei. In onore degli dei del pantheon greco, i poeti composero gli Inni omerici (una raccolta di 33 canti).

Nei moltissimi miti e leggende di cui si compone la mitologia greca, le divinità sono descritte come esseri dotati di un corpo idealizzato ma assolutamente reale. Secondo Walter Burkert la caratteristica qualificante dell'antropomorfismo greco è che "gli dei greci sono persone, non astrazioni, idee o concetti"[40]. Al di là del loro aspetto, gli antichi dei greci erano dotati di fantastiche capacità; tra le più significative c'era l'immunità verso qualsiasi tipo di malattia e il poter essere feriti solo se si fossero verificate alcune circostanze straordinarie. I Greci pensavano che l'immortalità fosse una caratteristica distintiva dei loro dei; era assicurata loro, al pari dell'eterna giovinezza, dal costante consumo di nettare e ambrosia, che rinnovavano il sangue divino che scorreva nelle loro vene.

Ogni dio ha la propria genealogia, persegue i propri scopi e interessi, è dotato di specifiche capacità e possiede una personalità unica e chiaramente distinguibile da quelle degli altri; tuttavia queste descrizioni provengono da diverse varianti locali delle leggende, e queste varianti talvolta sono in contrasto tra di loro. Quando questi dei venivano invocati nei componimenti poetici, nelle preghiere o durante i rituali di culto, ci si rivolgeva loro combinando il loro nome con uno o più epiteti, che distinguevano tra le varie forme in cui gli dei stessi si potevano manifestare (ad esempio Apollo Musagetes indica "Apollo la guida delle Muse").

La maggior parte degli dei era associata ad aspetti specifici della vita. Ad esempio, Afrodite era la dea dell'amore e della bellezza, Ares della guerra, Ade dei morti e del sottosuolo e Atena della saggezza e delle arti. Alcune divinità, come Apollo e Dioniso, mostravano personalità complesse e si occupavano di vari aspetti della vita, mentre altre, come Estia o Helios, erano poco più che mere personificazioni. I templi greci più suggestivi e solenni furono dedicati per lo più ad un ristretto numero di dei, quelli il cui culto era centrale nella religiosità panellenica. Era comunque comune che singole regioni o villaggi fossero particolarmente devote anche a divinità minori considerate le loro protettrici. Inoltre, in molte città il culto delle divinità più note era praticato seguendo particolari rituali locali, che li associavano a strane leggende altrove del tutto sconosciute. Durante l'età eroica, il culto degli eroi e dei semidei si affiancò a quello delle divinità principali.
 
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